Prende il via una rete culturale aperta per produrre e diffondere contenuti digitali di qualità e di pubblico dominio. Denominata “WikiMarcheGlam”, la rete coinvolge bibliotecari, archivisti e operatori museali marchigiani in una grande opera di scrittura collettiva avente ad oggetto il patrimonio culturale regionale disponibile negli istituti culturali.
Servizio fotografico: Montefalcone Appennino, 1969 / Paolo Monti, Documentazione per la pubblicazione: “TOURING CLUB ITALIANO, Marche, Milano, TCI, 1971”, presso Archivio Paolo Monti. Available in the BEIC digital library and uploaded in partnership with BEIC Foundation
A partire dal 26 marzo prossimo prenderà il via la seconda parte del progetto “WikiMarcheGlam”, una rete culturale aperta promossa da AIB Marche in collaborazione con MAB Marche (Musei, Archivi e Biblioteche) e Wikimedia Italia, che coinvolge i professionisti culturali marchigiani impegnati nella produzione e condivisione di contenuti rilasciati con licenza Creative Commons sulle piattaforme libere wiki.
L’obiettivo della rete WikiMarcheGLAM è quello di diffondere patrimoni e saperi culturali, tramite l’utilizzo delle piattaforme collaborative (Wikipedia, Wikibooks, Wikisource, Wikivoyage, Wikidata, Wikimedia Commons, OpenStreetMap, MediaWiki ecc.) negli istituti culturali, nelle scuole, nei centri di ricerca, nelle università, nelle comunità professionali, nelle associazioni, nelle fondazioni, negli istituti ecclesiastici, negli archivi di impresa, nelle amministrazioni pubbliche e private allo scopo di:
- promuovere il territorio in maniera digitale e innovativa
- salvaguardare la memoria scritta e orale attraverso la digitalizzazione delle fonti analogiche
- disseminare e valorizzare il patrimonio culturale conservato nei musei, negli archivi e nelle biblioteche
- incrementare i contenuti relativi ai beni culturali marchigiani nell’enciclopedia Wikipedia e sulle altre piattaforme wiki.
Il programma delle attività che fa seguito al corso base inaugurato a gennaio scorso, prevede diversi incontri formativi e l’affiancamento dei partecipanti che avranno così l’opportunità di imparare a contribuire alle piattaforme wiki e potranno dare vita a specifici progetti di scrittura locali.
Come spiega Stefania Romagnoli, presidente della sezione marchigiana dell’AIB (Associazione Italiana Biblioteche): “da marzo a luglio 2021 le collezioni librarie, archivistiche, artistiche e scientifiche disponibili negli istituti culturali delle Marche diventeranno le fonti principali di un corso-progetto, coordinato dal bibliotecario e formatore Tommaso Paiano, che consentirà agli operatori marchigiani di cimentarsi con nuovi strumenti di produzione e comunicazione digitale, coinvolgendo nuovi pubblici e rispondendo in maniera attiva alle restrizioni causate dalla pandemia nell’uso dei servizi culturali”.
“La prospettiva di una rete aperta e trasversale tra professionisti e istituti culturali”, sostiene Pierluigi Feliciati, docente universitario e referente nazionale per MAB, “è un’occasione importante per esplorare le prospettive di convergenza e rilanciare con forza l’alleanza per il valore civico della cultura sui territori.”
Decisiva si è rivelata anche la collaborazione con Wikimedia Italia, l’associazione impegnata nella diffusione della conoscenza libera, che contribuirà al progetto tramite Marco Chemello, wikipediano da oltre 15 anni, e referente per progetti con istituzioni culturali come l’Accademia delle Scienze e il Polo del ‘900 di Torino, la Fondazione BEIC e l’Archivio storico Ricordi di Milano. “Sarà un piacere – afferma Chemello – collaborare anche nelle Marche al principale progetto di scrittura collettiva del web, quale è Wikipedia; come tutti sanno l’enciclopedia online non possiede una redazione perché tutti i contenuti sono elaborati, corretti e migliorati da una grande community multilingue di volontari. Come Wikimedia Italia, riteniamo particolarmente importante coinvolgere le istituzioni e i servizi pubblici e privati, che conservano e mettono a disposizione del pubblico fonti attendibili e di qualità, come archivi, musei e biblioteche, perché il futuro del sapere libero si disegna anche passando da questi presidi culturali attivi sul territorio.”
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